La trasformazione digitale non è solo un fattore di cambiamento tecnologico ma un paradigma che interessa trasversalmente tutta l’organizzazione aziendale. I manager HR sono portati a focalizzarsi sempre di più su tematiche quali employer branding e gestione dei talenti, con una particolare attenzione verso quell’esigenza di flessibilità, a livello di modelli organizzativi e flussi di lavoro, oggi rappresentata in buona parte dall’attivazione di progetti di smart working. Lo scenario che emerge dalla ricerca «Future of work and HR Tech 2020» indica che se lo smart working viene ancora indicato come prima priorità fra le iniziative da introdurre in ambito risorse umane (lo conferma il 64% delle risposte), immediatamente dietro e in forte crescita troviamo le voci welfare e performance management (indicate dal 60% dei rispondenti) e il digital learning (57%).
Bisogna fare i conti con i cambiamenti che i Millennial e i giovani della Generazione Z portano nel mondo del lavoro. Citando Linda Galli, presidente e amministratore delegato di Inaz, "le imprese devono confrontarsi sempre di più con richieste quali un migliore equilibrio fra vita personale e lavorativa e una maggiore attenzione alla diversity, con l’esigenza di strumenti di lavoro e di collaborazione digitali e di percorsi di life-long learning, nonché di modelli avanzati per valutare, riconoscere e valorizzare le competenze".
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