Come tutti i settori della comunicazione, anche il mondo degli eventi negli ultimi anni è stato oggetto di trasformazioni e cambiamenti. È un mercato che si evolve sulla spinta delle innovazioni tecnologiche, della cultura, del costume, ed è soggetto a mode come tutto quello che intermedia e agisce nel rapporto fra gli esseri umani e la loro necessità di comunicare.
Per un certo periodo si è parlato con insistenza di eventi ibridi. Inizialmente non si capiva bene di cosa si trattasse, per la verità non è che lo sapessero anche i cosiddetti esperti. Sull’onda di una spinta evolutiva non si bene a quale titolo, si è cercato di ibridare qualcosa che non è ibridabile. Il desiderio compulsivo era di inserire la tecnologia e i social negli eventi con l’obiettivo che diventassero più efficaci e dinamici, senza considerare il fatto che un evento è qualcosa che vive “live” e quindi qualsiasi cosa vi si voglia aggiungere non ne cambia o migliora la natura.
Ma perché oggi gli eventi stanno riscuotendo tanto successo, sono di moda e funzionano al punto da aver assunto una loro dignità, al pari di altri strumenti di comunicazione più tradizionali? Perché l’uomo è un animale sociale, usa i social, scrive le e-mail, ma alla fine vuole incontrarsi e parlare.
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